PIEDI ADATTATIVI E PIEDI COMPENSATIVI

Definiamo piedi ADATTATIVI gli atteggiamenti podalici asimmetrici e talvolta disarmonici, che si instaurano per esigenze di adattamento posturale.
Siamo nel campo delle disparità funzionali degli arti inferiori e quindi nell’ambito delle DISMETRIE, prodotte dall’asimmetrica programmazione in uno stesso soggetto delle catene miofasciali di apertura e di chiusura come risposta ad esempio ad un bacino in torsione o ad una scoliosi ecc….

I piedi COMPENSATIVI si riscontrano invece nei casi in cui si instaurano come compenso per ricercare un risparmio energetico ed un equilibrio perduto.
Siamo, cosi, nell’ambito delle ETEROMETRIE, ossia quelle difformità degli arti inferiori che per cause traumatiche o per malattie pregresse ( es. poliomielite), sono reali e non adattamenti posturali.

La diagnosi differenziale tra le dismetrie e le eterometrie non può essere affidata al solo esame radiografico, sia che si tratti di quello del bacino per anche  in proiezione frontale in ortostasi, sia che si tratti di quello effettuato in proiezione laterale all’altezza delle articolazioni delle coxo-femorali. L’uno o l’altro, infatti, potrebbero fornirci misure errate circa la posizione delle teste femorali, come ad esempio succede qualora ci sia un caso di un bacino in torsione.

La discriminazione tra una condizione di dismetrie o di eterometrie è di primaria importanza nell’indicazione di rialzi podalici.
Se infatti nelle eterometrie, nell’intento di salvaguardare la biomeccanica del bacino e dell’arto inferiore, il rialzo è importante, nei casi di dismetria aumenterebbe le tensioni ed i conflitti articolari!
Pertanto: la misurazione degli arti inferiori richiede esperienza, metodo e deve saper distinguere gli adattamenti dai compensi.

Dott. Sciascia Giovanni