- Alzare lo sguardo le provoca giramenti di testa o instabilità nel mantenere la stazione eretta?
- Ha difficoltà a sdraiarsi o ad alzarsi dal letto?
- Ha problemi durante la lettura?
- Quando si guarda intorno deve muovere lentamente la testa?
- Ha difficoltà a camminare al buio nella sua casa?
- Al mattino deve rimanere seduto qualche istante prima di mettersi in piedi?
- Evita i luoghi alti (dislivelli, montagne, piani alti)?
- Inciampa sui gradini delle scale?
Se ha risposto affermativamente ad almeno una di queste domande o se ha avuto difficoltà a portare il segno durante la lettura varrebbe la pena di capire cosa sono la vertigine e i disturbi dell’equilibrio.
Cos’è e come funziona il sistema dell’equilibrio?
Il senso dell’equilibrio è quello che ci consente l’orientamento spaziale. Nasce dalla cooperazione di tre sistemi:
1. Sistema vestibolare: l’orecchio interno fornisce al cervello informazioni sulla direzione di qualsiasi movimento. I movimenti che richiedono una accelerazione angolare (per esempio ruotare il capo) sono monitorati dai canali semicircolari che sono tre e sono posti ortogonali tra di essi nei tre piani dello spazio. Mentre i movimenti determinati da accelerazioni lineari (orizzontali avanti-dietro e verticali alto-basso) e i movimenti di inclinazione del capo sono recepiti dal sistema otolitico contenuto nel vestibolo (sacculo e utriculo), quest’ultimo sistema permette la stazione eretta in quanto responsabile del tono dei muscoli estensori.
2. Sistema visivo: anche la vista permette di comprendere la direzione del movimento, in più ci rende coscienti della posizione del corpo rispetto all’ambiente che ci circonda. Il riflesso vestibolo-oculo-motorio (VOR) ci consentono di fissare un oggetto mentre il capo o il corpo si muovono.
3. Sistema estero-propriocettivo: i recettori della cute e del complesso muscolo-articolare percepiscono la pressione delle varie strutture ad esempio l’appoggio dei piedi a terra e per questo sono responsabili del baricentro, inoltre ci rendono coscienti di quali parti del nostro corpo sono in movimento
Le informazioni di questi tre sistemi vengono processate ed integrate grazie al Sistema Nervoso Centrale SNC.
I sintomi della vertigine e del disequilibrio compaiono quando il SNC riceve informazioni conflittuali dagli altri sistemi sia in situazioni normali (su una barca per esempio) sia in corso di malattia.
Che differenza c’è tra Vertigine e Disequilibrio?
La vertigine vera è un’allucinazione sensoriale caratterizzata da una sensazione di movimento rotatorio dell’ambiente circostante (vertigine oggettiva) o del proprio corpo (vertigine soggettiva) con associazione di cefalea, ronzii (acufeni), calo della vista, ipoacusia (riduzione della percezione auditiva), nausea e vomito.
Con il termine disequilibrio si intende invece un sintomo che difficilmente il paziente è in grado di spiegare correttamente e che viene spesso indicato con espressioni tipo “testa vuota”, “confusione”, “incertezza”, “instabilità”, “difficoltà a rimanere in piedi o a camminare”.
Quali condizioni mediche causano vertigine?
Disturbi della circolazione cerebrale: per esempio l’insufficienza vertebro-basilare, ossia l’ipoafflusso sanguigno a livello del tessuto cerebrale.
I traumi cranici: possono determinare vertigine per un danno diretto all’orecchio interno che può essere molto grave con perdita dell’udito e della funzione vestibolare nel lato interessato ma anche di minore entità causando un distacco di otoliti nell’utriculo come nella vertigine parossistica posizionale.
Malattie neurologiche: sono numerose le malattie neurologiche che causano vertigine, la sclerosi multipla, i tumori cerebrali, possono esordire con una sintomatologia vertiginosa o con un disequilibrio. Quest’ultimo è spesso associato ad acufene ed ipoacusia nel neurinoma dell’acustico.
Malattie dell’orecchio interno: La malattia di Meniere, la vertigine parossistica posizionale, il neurinoma dell’acustico, la neuronite vestibolare, le labirintiti.
Sindrome cervicale: si tratta di pz che presentano cefalalgia (mal di testa) e lamentano spesso sindromi vertiginose legate soprattutto a movimenti di rotazione e di estensione del capo; inoltre possono presenti disturbi visivi (pizzicore agli occhi, mosche volanti), disturbi faringolaringei (sensazione di corpo estraneo), turbe vasomotorie (rinorrea e lacrimazione ma sempre da una sola narice o da un solo occhio), disturbi acustici (ipoacusia, acufeni). Un disturbo di equilibrio su base cervicale si fonda su un alterato input propriocettivo secondario ad una disfunzione cervicale come accade nei colpi di frusta o a seguito dell’acquisizione di posture scorrette (anche riposare in posizione prona).
Come individuarle?
Trattandosi di problematiche complesse è necessario che più figure si interfaccino tra di loro: neurologo, vestibologo, otorino-laringoiatra, oculista, optometrista e ortopedico.
Le professionalità dell’ambulatorio di posturologia possono orientare verso la diagnosi attraverso test clinici (Test di Romberg, di Fukuda, ecc.) e indagini strumentali come la stabilometria statica e dinamica.
La stabilometria statica è una piattaforma sulla quale il soggetto viene messo in piedi per evidenziare eventuali atteggiamenti posturali asimmetrici. Questa rende possibile un’analisi quantitativa delle oscillazioni del corpo fornendo informazioni sulle vie vestibolo-spinali. Il test viene ripetuto ad occhi chiusi, svelando l’importanza del compenso visivo. Infine viene praticato ad occhi chiusi e con il capo esteso per studiare l’interferenza della componente propriocettiva cervicale.
La stabilometria dinamica attraverso movimenti della piattaforma, studia l’adattamento posturale del soggetto in relazione a modificazioni del piano d’appoggio.
Trattamento riabilitativo
La riabilitazione trova la sua ragione nella plasticità neuronale ossia la capacità dei neuroni di mettere in atto fenomeni neurofisiologici che consentano un certo recupero funzionale passando attraverso 3 fasi:
Meccanica: rinforzo dei muscoli estensori antigravitari. Il pz agisce “nell’ambiente”.
Cibernetica: stabilisce interazioni tra prestazioni oculomotorie e spinali. Il pz
interagisce “con l’ambiente”.
Sinergetica: promuove l’integrazione delle prestazioni cognitive con quelle sensori-motorie. Il pz impara “dall’ambiente”.
Strumenti di cui ci si avvale nella riabilitazione sono rappresentati da esercizi attivi e da programmi altamente specifici che prevedono l’utilizzo della pedana stabilometrica.
Dott. Sciascia Giovanni e Dott.ssa FT Rossana Lavermicocca